Charlie e la torta al cioccolato
L’altro giorno era il compleanno del mio padroncino e la sera sua mamma e suo papà organizzarono una bella festicciola in casa: c’erano tanti palloncini colorati, musica e festoni!
Io stavo riposando nella mia cuccetta in cortile quando sentii provenire dalla finestra in cucina un odore intenso, particolare e dolcissimo: subito mi venne l’acquolina in bocca!
Saltai su e cominciai a trottare scodinzolando verso la porta; da uno spiraglio vidi la padrona reggere fra le mani una grossa torta al cioccolato appena sfornata!
“Che buona!”, pensai, “Magari me ne daranno un pezzo!”.
Lei si accorse che la stavo guardando dalla porta socchiusa e sorridendo mi disse: “No, Charlie, questa non è per te! Tu non puoi mangiarla, ti farà male!” .
Posò la torta sul tavolo e andò via.
“No, Charlie, questa non è per te! Tu non puoi mangiarla, ti farà male!”
“Se la torta al cioccolato fa male, perché loro possono mangiarla? Forse è una bugia perché la vogliono tutta per loro!”, pensai.
Io ne volevo soltanto un pezzettino, cosa mai sarebbe potuto accadere?
Così mi decisi ad entrare in cucina, saltai sulla sedia con difficoltà (sono troppo basso!) e appoggiando le zampe anteriori al tavolo la vidi da vicino: la grande, calda e profumatissima torta!
In quel momento, ahimé, rientrò la padrona, mi vide e gridò: “No! Cattivo!”, prendendomi in braccio e facendomi scendere.
Rassegnato, me ne andai nel soggiorno con la coda fra le zampe.
“Io ne volevo soltanto un pezzettino, cosa mai sarebbe potuto accadere?”
Poco tempo dopo, la casa si riempì di bambini: il mio padroncino scartava, felicissimo, un sacco di pacchettini colorati.
I suoi amici lo abbracciavano, ridevano e bevevano aranciata.
Io ero seduto in un angolo e pensavo ancora a quella torta; un sacco di bimbi mi accarezzavano, mi dicevano: “Come sei bello!”, ma non mi muovevo di lì.
Quando finalmente arrivò la torta, i bambini gridarono di gioia: si spensero le candeline e la padrona cominciò a tagliare delle fettine; ma ecco che ne fece cadere una a terra: “Questa è la mia occasione!”, pensai.
Mi fiondai verso la fetta di torta ed riuscii a mangiarne un boccone. Che bontà!
D’un tratto sentii il mio padroncino gridare per la paura: mi aveva scoperto! Impaurito scappai in giardino.
Ero stato un cane cattivo, avevo paura di essere rimproverato.
“Ma ecco che il mio pancino cominciò a brontolare…”
Riuscii a rintanarmi nella mia comoda cuccetta, sperando che i miei padroni si dimenticassero in fretta della mia marachella.
Dopotutto avevo solo assaggiato un po’ di torta caduta a terra, non gliel’avevo mica rubata dal piatto!
Ma ecco che il mio pancino cominciò a brontolare e mi venne la tremarella: cosa mi stava succedendo?
Il dolore era così intenso che cominciai a guaire; i miei lamenti erano così forti che il mio padroncino, che mi stava cercando per casa, mi scoprì e mi raggiunse: aveva le lacrime agli occhi, sembrava disperato.
Poverino! Mi prese in braccio e assieme alla mamma mi portarono dal veterinario.
“Charlie, golosone che non sei altro!”
Quando il veterinario mi visitò fu molto bravo nel capire cosa avessi: subito si diede da fare per farmi stare meglio con una medicina e tranquillizzò il mio padroncino.
Gli era finalmente tornato il sorriso!
Quando ce ne andammo, il mio padroncino mi prese in braccio, mi guardò negli occhi e disse: “Charlie, golosone che non sei altro, tu non puoi mangiare il cioccolato: per i cani è come veleno!”
Avevo capito perché mi impedivano di mangiarlo, finalmente: non volevano la torta tutta per loro, mi avrebbe fatto male sul serio!
Scodinzolai e gli leccai il viso per la gioia: mi aveva salvato la vita!
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