Per vendere o comprare cani di razza è necessario il Pedigree?
In questo articolo cercheremo di fare una panoramica, dal punto di vista normativo e legale, riguardo alla questione dei cani di razza, del loro acquisto e della loro vendita.
Si tratta di una questione molto interessante per chi vuole acquistare un cane di razza, ed è importante soprattutto per evitare di fare affari sconvenienti con allevatori che dicono di vendere cani di razza, e poi non lo fanno.
Con questo non sto dicendo che tutti gli allevatori siano disonesti (ci mancherebbe); il problema è che alcuni, una piccola parte, lo sono, e questo come succede spesso scredita tutta la categoria: per questo è necessario conoscere la legge relativa ai cani di razza per capire bene come funziona, e in cosa si può incorrere se non la si rispetta.
Il libro genealogico e il pedigree
Le razze degli animali non sono una cosa venuta fuori negli ultimi anni.
In passato, per l’economia i cani non erano granché importanti, ma altri animali come i bovini e i cavalli lo erano eccome: per essere sicuri che l’animale che si andava a comprare avesse effettivamente le caratteristiche che ci si aspettavano (considerando che l’animale doveva ancora crescere, di solito) furono istituiti i libri genealogici, ovvero un libro su cui fossero riportate le informazioni sugli ascendenti (genitori, nonni) di quell’animale.
Questo sistema è stato esteso ai cani nel 1992, con il Decreto legislativo, italiano, 529 del 20 dicembre 1992.
Con questo decreto viene definito che cos’è un cane di razza, e stabilisce le regole per la sua commercializzazione, distinguendolo in modo imprescindibile dagli animali che di razza non sono.
Questo non significa che si possano vendere solo i cani di razza e non i meticci, (che si possono vendere anche loro), ma che le due cose devono essere ben distinte, pena sanzioni da 5.000 a 30.000 euro.
In soldoni, nella legge c’è scritto che gli animali che non sono iscritti ai libri genealogici (quindi figli di ascendenti iscritti ai libri genealogici, che per i cani sono tenuti da ENCI) e che non hanno il Pedigree, che è il certificato (rilasciato da ENCI) che quel cane è effettivamente iscritto al libro genealogico, non si possono definire cani di razza.
Sul pedigree, che è il certificato di iscrizione, sono riportati i dati di identificazione del cane (quindi aspetto, foto ed eventualmente numero di microchip o tatuaggio), la razza di appartenenza, i dati anagrafici del proprietario o dell’allevatore e la sua genealogia (cioè i dati dei suoi ascendenti fino al quarto grado).
Questo certificato deve essere necessariamente consegnato al nuovo proprietario del cane dal vecchio (di solito dall’allevatore a chi compra il cane) nel momento della compravendita.
E la presenza del pedigree è la sola certificazione che il cane è di razza: se il pedigree non c’è, il cane legalmente non è di razza, e il suo valore scende.
Se il pedigree ci viene consegnato dall’allevatore ci sarà la sua firma, che certifica la cessione, ma bisogna comunque fare la “voltura” (come per le bollette, si…) del cane a nostro nome, e possiamo farlo avvertendo l’ENCI del cambio di proprietà del cane.
A cosa serve il pedigree?
Il pedigree è un documento molto importante per il nuovo proprietario di un cane.
Infatti, non solo certifica che il cane è figlio di soggetti che erano a loro volta iscritti al libro genealogico per cui avevano anche loro il pedigree, ma indica anche che l’allevatore segue i regolamenti ENCI, è in regola con la legge relativa al benessere e alla salute dei propri cani, che i cani sono privi di malattie manifestate e di patologie ereditarie.
In pratica, per chi compra il cane il pedigree è un po’ come la garanzia per gli elettrodomestici: si può rintracciare l’allevatore, su cui nel caso notassimo qualcosa che non va nel cane ci si può rivalere, e poi ci consente a nostra volta di far riprodurre il nostro cane con un altro cane che abbia a sua volta il pedigree, e questo permette di avere dei figli che possono essere iscritti ai libri genealogici, quindi avranno il pedigree anche i figli.
Quando si compra un cane di razza, quindi, è opportuno controllare che il pedigree prima di tutto ci sia, poi che l’allevatore abbia fornito tutti i suoi dati e che sia lui stesso a dirci che possiamo controllare tramite i servizi ENCI che sia tutto in regola. Se ce lo dice, significa che non ha nulla da temere e si tratta di un venditore onesto.
Qualora sviasse il discorso, è bene non dare dei soldi a quella persona perché sta vendendo un aliud pro alio, come li definisce la legge: una cosa per un’altra: vendere cani di razza ma senza pedigree è una truffa (Art. 5, co. 1, DLG 529/1992).
E se voglio comprare un meticcio?
I meticci di solito si adottano, per cui vengono praticamente sempre regalati e non si comprano. Di solito.
Questo non significa che una persona, per qualsiasi motivo, non possa vendere dei cani meticci: di solito viene richiesto un rimborso spese per averli cresciuti fino a quel momento e soprattutto per aver pagato il microchip, che costa intorno ai 30 euro; la spesa totale può essere un centinaio di euro, e l’allevatore dovrebbe rilasciare una ricevuta, perché vendere un meticcio non è illegale.
L’unica cosa che, alla luce di quanto abbiamo visto, è illegale è lo spacciare un animale per un altro, cioè un animale non di razza per un animale di razza: abbiamo visto come sia possibile distinguere le due cose, e dobbiamo ricordare che per la legge un cane può essere anche figlio di due cani con pedigree, ma se non ce l’ha per qualsiasi motivo quel cane non è ufficialmente di razza, anche se biologicamente lo è a tutti gli effetti.
Facciamo attenzione quindi al fatto che la biologia e la legge sono due cose diverse: visto che per acquistare un cane di razza ci vogliono diversi soldi, è bene conoscere queste importanti implicazioni.
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