10 Errori comuni nell'addestramento del cane
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L’addestramento e l’educazione del cane sono estremamente importanti e non vanno presi assolutamente sotto gamba quando si decide di prendere un cane, specialmente se si tratta della prima esperienza.
Per riuscire in questo compito bisogna avere molta pazienza ed evitare di commettere degli errori che poi possono essere pagati nel tempo.
In questo articolo analizzeremo quali sono gli errori più comuni che i padroni commettono durante l’addestramento dei cani.
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1. Non essere costanti nell'addestramento
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Molto spesso, presi dall’entusiasmo di avere un nuovo cucciolo, ci impegniamo nell’insegnamento dei comandi base, poi una volta ottenuti i primi risultati abbandoniamo l’addestramento pensando che ormai il gioco è fatto, oppure perché perdiamo interesse per la cosa. Tutto ciò è assolutamente sbagliato.
Se pensiamo a noi stessi e agli allenamenti fatti in palestra, ci renderemo presto conto che andare in palestra solo una volta, o una volta ogni tanto non serve assolutamente a nulla.
L’addestramento, come la ginnastica, ha bisogno di costanza.
Quindi non solo dovremo ripetere ogni mese gli esercizi assimilati, ma farne anche di nuovi, per mantenere costante l’allenamento fisico e mentale del cane.
Infatti l’addestramento è anche un modo per rafforzale il rapporto cane-padrone e per stabilire i ruoli gerarchici.
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2. Ripetere eccessivamente i comandi
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Spesso i padroni cercano di insegnare un comando base al proprio cane ma a causa di una tecnica sbagliata o comunque di un errore comunicativo, i cani non obbediscono al comando e i padroni indispettiti ripetono a raffica sempre lo stesso comando, fino a quando il cane non obbedisce.
Ecco, questo comportamento è assolutamente da evitare perché rende fastidiosa quell’esperienza al cane, il quale tenderà ad associare quel comando a una sensazione spiacevole.
Il consiglio fondamentale, quando vi accorgete che il vostro cane non risponde bene al seduto è quello di ripartire dal principio, insegnando di nuovo al cane il comando desiderato, perché probabilmente non l’ha assimilato bene.
Mai ripetere all’infinito un comando!
Se siete sicuri che il cane stia soltanto facendo i “capricci”, allora con tono di disappunto ditegli “NO”, e poi il comando tipo: “seduto”, in modo deciso, avvicinandovi e fissandolo negli occhi.
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3. Sessioni di allenamento troppo lunghe o corte
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Il tempo che dedicate all’addestramento del vostro cane deve essere ben razionato. È inutile o meglio dannoso sforzare troppo il cane cercando di fargli apprendere o perfezionare dei comandi tutti in una volta.
È importante andare per gradi. Allo stesso tempo però è importante non creare delle sessioni di allenamento autoconclusive, in cui il cane ha fatto quello che doveva fare, quindi lo si premia e poi via, ognuno per conto suo.
Una volta catturato l’interesse del cane è importante sfruttare al massimo questo evento facendogli fare i giusti progressi, fino a quando mostrerà ancora interesse, alle prime avvisaglie di stanchezza sarà meglio terminare e rimandare tutto alla prossima sessione.
Come in tutte le cose c’è bisogno di un certo equilibrio per non stancare troppo il cane e allo stesso tempo per non interromperlo mentre è nel climax del suo interesse verso il “gioco” e quindi nel massimo della predisposizione all’addestramento.
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4. Variare i luoghi e le situazioni dell'addestramento
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Pensare di insegnare al proprio cane un comando nella calma del proprio salotto e pretendere che lo esegua anche nel bel mezzo di un centro commerciale è un’assurdità.
Per questo molti padroni dopo aver insegnato il “seduto” al proprio fido a casa propria con ottimi risultati, vanno su tutte le furie quando poi questo non obbedisce in giardino o in presenza di altre persone.
L’addestramento, per essere efficace deve essere dinamico e quindi eseguito in disparate situazioni e in luoghi diversi. in questo modo il cucciolo imparerà che il comando è universale e non si riferisce solo a quando sta in casa o state soli.
Diversificare i contesti è un elemento molto importante per la riuscita di un ottimo addestramento.
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5. Dare più importanza al bocconcino che alla lode come premio
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Il bocconcino si rivela un elemento importante per rinforzare un comportamento corretto nel cane, tuttavia l’abuso di questo espediente può risultare molto dannoso, infatti il cane può sviluppare una fissazione per questo tipo di ricompensa e eseguire i comandi solo per ottenere del cibo.
Il consiglio di base è quello di usare il bocconcino inizialmente, per rinforzare i primi successi del cane, per poi sostituirlo con le carezze e le lodi.
Un cane che sviluppa una fissazione per il bocconcino diventerà una specie di automa votato alla ricerca del cibo, mentre noi vogliamo un cane che sia obbediente ma nello stesso tempo che si diverta e prenda l’addestramento come un gioco fatto col padrone, il quale, gli genera un piacere nel fatto stesso di farlo, non solo per ottenere un biscottino.
Per questo motivo è importante lodare il cane quando esegue un comando nel modo corretto, mostrando gioia, soddisfazione e stima nei sui confronti, cose che valgono molto di più di un bocconcino.
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6. Non eccedere nelle emozioni
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La rabbia, l’irritazione, sono dannose tanto quanto gli esagerati slanci di entusiasmo.
Quindi è importante non eccedere nelle emozioni e mantenere una pacatezza generale, in modo da rassicurare il cane infondendogli anche un senso di autorità e fiducia allo stesso tempo.
Non dobbiamo dimenticare che siamo noi i capibranco e che un capo, anche se deve lodare un suo sottomesso, non si slancia più di tanto per invogliare “l’allievo” a fare sempre meglio.
L’irritazione e la rabbia, al contrario di quanto si possa pensare, sono percepiti spesso come un segno di debolezza, perché esprimono più che altro un senso di frustrazione non degno di un capo.
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7. Non essere intuitivi
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Come si dice: "prevenire è meglio che curare".
Nell'addestramento non dobbiamo per forza "comportarci di conseguenza", non aspettiamo che le cose accadano per poi reagire di conseguenza.
Nel momento in cui iniziamo ad addestrare un cane, è importante entrare nel suo mondo e capire quali sono i punti chiave per far leva sul suo comportamento e sulle sue caratteristiche mentali.
Per questo è importante osservare e comprendere e fare molta, molta pratica.
Se aspettiamo che il cane si comporti in un certo modo per poi correggere quel comportamento in seguito, non potremo mettere in pratica tutte le fasi di educazione e addestramento in modo corretto.
Quindi è importante giocare d'anticipo, sapendo quello che potrà accadere, quindi in sostanza conoscendo in modo approfondito il cane.
Per farlo non basta leggere libri o guardare programmi televisivi sull'argomento, bisogna cimentarsi sul campo e vivere col cane per comprendere ogni aspetto della sua psiche e del suo linguaggio.
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8. Non essere contradditori
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Il cane ha bisogno di avere una figura di riferimento, ovvero il capobranco.
Per conquistare questa posizione bisogna infondere nel cane un senso di fiducia ma anche di coerenza.
Quindi durante l’addestramento o anche nella semplice educazione non bisogna essere contradditori.
Se per fare un esempio, non si desidera che il cane vada in una determinata stanza, questa regola deve essere fissa e tassativa.
Il cane non comprende facilmente le eccezioni, quindi se faremo entrare di tanto in tanto il cane nella “stanza proibita”, lui non capirà l’eccezionalità dell’evento e rimarrà sconcertato quando in seguito glielo proibirete.
Quindi, se c’è per lui un divieto di salire sul letto, sul divano, di accedere a un luogo, deve essere sempre così.
Mai contraddirsi e mai cambiare atteggiamento nei confronti del cane, ogni forma di contraddizione o incoerenza del padrone, genera frustrazione nel cane e preclude al proprietario l’ambito ruolo di capobranco.
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9. Non perdere mai la fiducia in sé stessi
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Anche di fronte a degli insuccessi o per qualsiasi altra ragione, non bisogna perdere la fiducia in se stessi, perché non è da capobranco.
Se per un motivo o per un altro diventate insicuri, il cane se ne accorgerà sicuramente e ne approfitterà; è nella sua natura.
Per questo motivo è importante perseverare e non arrendersi mai e sentire quel senso di responsabilità che i padri sentono verso i figli, anche verso il proprio cane.
Quindi mai lasciarsi andare o farsi prendere dallo sconforto e se stiamo vivendo una “ giornata NO” per problemi personali, bene, lasciamoli fuori dal nostro rapporto col cane, oppure evitiamo di dedicarci all’addestramento fino a quando non ci saremo calmati e saremo sicuri di liberare la mente dalla negatività.
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10. Generalizzare
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Nessun cane è uguale all’altro, e se una tattica ha avuto successo con un soggetto non è detto che debba averla anche con un altro. Ci sono già enormi differenze tra le razze, ma ce ne sono altrettante da cane a cane.
Anche se il comportamento canino si basa su determinati capisaldi (come quelli di ogni animale, uomo compreso), entra poi in gioco la personalità che invece è peculiare di ogni soggetto.
Per questo quando si parla di cani è bene tenere presente tre aspetti: il comportamento canino, le peculiarità comportamentali della razza specifica e la personalità del soggetto.
Per questo, quando si è in procinto di addestrare un nuovo cane, non bisogna mai generalizzare, ma è importante studiare il soggetto: conoscerlo, osservarlo, magari anche annotando appunti per tenere sempre presenti le osservazioni fatte.
Un buon addestratore deve essere anche un po’ etologo e soprattutto, deve avere un grande spirito di osservazione, tutte doti che si conquistano unendo studi teorici alla sacrosanta pratica.
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