Occhioni da cucciolo?

Occhioni da cucciolo?

Occhioni da cucciolo? Uno studio dimostra che i cani li fanno deliberatamente

Nessuno è in grado di resistere agli occhioni innocenti di un cucciolo e adesso uno studio ha dimostrato che c’è una spiegazione scientifica alla base di ciò.

Si tratta infatti di una vera e propria reazione chimica.

È l’ossitocina, l’ormone dell’amore, il responsabile di questa reazione, ovvero la sostanza che contribuisce a rafforzare il legame tra un genitore e un bambino.

I ricercatori hanno infatti dimostrato che anche i cani, al pari degli umani, hanno “sfruttato” questo stesso meccanismo di legame istintuale.

Guardando gli occhioni teneri di un cucciolo i nostri livelli di ossitocina aumentano e lo stesso accade nei cani.

I risultati dello studio, pubblicati recentemente sulla rivista americana Science, suggeriscono che questo meccanismo faccia parte del corredo genetico ereditato dagli antenati dei cani, i lupi.

Negli esseri umani questa reazione naturale si è evoluta nel corso del tempo per rafforzare i legami affettivi tra la mamma e il bambino, dato che quest’ultimo può comunicare solo con gli occhi e il pianto.

Legame interspecie

Tuttavia c’è da considerare che l’ossitocina è un ormone presente anche in altri mammiferi, dunque non siamo gli unici a stabilire legami affiliativi tramite il contatto degli occhi.

Si tratta di uno studio molto importante perché ha dimostrato che tale legame affettivo può stabilirsi anche tra un essere umano e un cane: una vera e propria connessione interspecie.

La ricerca ha dimostrato che i picchi di ossitocina vengono raggiunti da entrambe le specie, quella umana e canina, quando queste due interagiscono. Questo spiega perché ci facciamo intenerire istantaneamente dagli occhioni di un cucciolo che vediamo per la prima volta.

Si tratta di un vero e proprio ciclo di feedback positivi che probabilmente ha fortificato i legami della madre e del bambino o del cucciolo per migliaia di anni.

Ormone dell’amore

Gli esperimenti sono stati molto semplici: i ricercatori hanno reclutato un gruppo di 30 persone allo scopo di documentare che grado d’interazione fossero in grado di stabilire con i loro cuccioli se messi insieme in una stanza per 30 minuti.

I medici hanno registrato i livelli di ossitocina nei campioni di urina di ogni persona presente insieme all’urina dei corrispettivi cani.

La scoperta è stata eccezionale: il contatto visivo sostenuto tra i padroni e i loro cuccioli hanno indotto l’aumento dei livelli di ossitocina nel cervello di entrambi.

Più precisamente, un aumento del 130% nei cani e del 300% nei padroni.

In un altro esperimento, i ricercatori hanno spruzzato ossitocina nei nasi di 27 cani, posti in una stanza insieme ai padroni (ai quali non era consentito accarezzarli) e a persone sconosciute.

In questa situazione, i cani di sesso femminile hanno trascorso molto più tempo a guardare i loro padroni rispetto ai cani di sesso maschile e questo perché l’ossitocina li ha resi più vigili verso gli estranei.

Questo sguardo reciproco e il ciclo di feedback - ossitocina mediata non ha trovato risposta nei lupi, nemmeno tra gli esemplari addomesticati dagli esseri umani.

Il team infatti ha ritenuto che questo particolare legame sia il frutto dell’addomesticamento costante dei cani che dura ormai da migliaia di anni.

Gli esemplari della specie canina in grado di stabilire questa connessione con un essere umano sono capaci di guadagnare la sua attenzione; a loro volta, gli esseri umani che ricambiano lo sguardo sperimentano una vera e propria ondata di ossitocina in grado di alleggerire i livelli di stress e ansia.

Si tratta di una vera e propria evoluzione convergente tra gli esseri umani ed esemplari di altre specie.

I risultati possono inoltre aiutare a spiegare come i lupi, da predatori temibili, si siano trasformati gradualmente nei migliori amici dell’uomo.

I ricercatori ipotizzano che, nelle prime fasi dell’addomesticamento dei cani, un piccolo gruppo naturalmente più amichevole può aver stabilito questa particolare connessione a partire dal contatto visivo al fine di stabilire un legame.

Questo spiega perché, involontariamente, i cani sfruttano questo meccanismo naturale umano che permette il legame tra genitore e figlio.

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