Mangimi monoproteici per cani
Avendo a che fare con i proprietari di cani, tra cui proprietari di cani di razza, spesso si vede che cani molto ben tenuti, magari che passano molto tempo in casa, hanno a prima o poi un problema certo non grave ma fastidioso: parliamo delle dermatiti. In pratica, sotto al pelo del cane la pelle diventa arrossata, segno di infiammazione, e il cane chiaramente si gratta di continuo.
Questo sintomo è palesemente una dermatite, e può avere tantissime cause ma spesso i proprietari, magari facendosi consigliare da persone che non sono i veterinari, pensano che la dermatite derivi da un solo tipo di problema: il mangime.
Ora, premesso che un problema alla pelle può arrivare da qualsiasi tipo di causa, tra cui un’erba che magari dà fastidio al cane o le pulci (al cui morso il cane può essere allergico), anche nel caso in cui il problema fosse effettivamente l’alimentazione, le persone sanno che la soluzione sono i mangimi monoproteici, ipoallergenici.
Che, però, non hanno capito come si usano.
E non lo dico perché sono bravo, ma perché sono veterinario, e specialmente quando si inizia una terapia (perché quella con il mangime monoproteico, che è molto costoso tra l’altro, deve essere vista come una terapia, proprio come se stessimo dando gli antibiotici) bisogna anche sapere come agire.
Altrimenti si rischia di spendere un sacco di soldi e non risolvere il problema.
Come usare il mangime monoproteico
Per prima cosa, infatti, bisogna sapere che cos’è il mangime monoproteico. Si tratta di un mangime che non contiene un solo tipo di proteina (sarebbe impossibile) ma che contiene un solo tipo di proteina animale, visto che proprio queste proteine, nel cane, causano allergia.
Sapere a che cosa il cane è allergico è praticamente impossibile (come si fa invece per l’uomo), perché per prima cosa bisogna i test allergici in veterinaria costano troppo, seconda sono inutili: perché il cane non è allergico alle proteine del maiale (ad esempio), ma alla proteina X del maiale.
Per cui se io testo per la proteina Y del maiale lui risulterà negativo, ma l’alimento che da problemi, invece, è proprio il maiale.
Questo significa che per eliminare l’allergia si utilizza il mangime monoproteico, composto da una sola proteina che non è quella del maiale, ma magari quella del salmone, o quella dell’anatra, insomma di un altro animale.
In questo modo si cerca così di dare al cane un mangime diverso da quello che ha sempre mangiato per cercare di risolvere il problema.
Ma la somministrazione del mangime, che abbiamo detto è una terapia, deve seguire una serie di regole, tra le quali:
- Quando il cane è in terapia (lo ribadisco perché è importante) con il monoproteico deve mangiare solo il monoproteico. Infatti, si sta somministrando solo quel mangime per capire se un altro mangime sta causando il problema, ma se abbiamo il sospetto che il cane sia allergico al maiale e noi diamo un monoproteico alla quaglia, ma poi “allunghiamo” dalla tavola il prosciutto cotto, si capisce come la terapia è perfettamente inutile. Mangiare il monoproteico significa non mangiare nient’altro.
- Quando il cane inizia con un monoproteico ci vuole moltissimo tempo a vedere i benefici. Ci vogliono almeno due mesi, che non sono pochi. Molte persone smettono di dare un monoproteico e passano ad un altro, in quel periodo, invalidando così quanto fatto fino a quel momento. Fare una cosa del genere equivale a non dare affatto un mangime monoproteico.
- Quando si da il monoproteico, non è detto che il problema si risolva, perché il cane potrebbe essere allergico a più di una proteina. L’allergia di solito dipende da ciò che ha mangiato prima che si riscontrasse il problema (il cane è venuto troppo in contatto, per dire, con il pollo e il suo organismo lo vede come un nemico causando così l’allergia). Ma l’allergia può arrivare da più fonti proteiche diverse, per cui ci sta che somministrando il mangime, per dire, al manzo il problema non si risolva, con quello al pollo nemmeno, con quello al salmone si: il problema è che bisogna andare per tentativi, e con i tempi che abbiamo detto a risolvere il problema in questo caso-esempio ci sarebbero voluti sei mesi.
- Il monoproteico non richiede ricetta veterinaria per essere acquistato (non è un farmaco) ma prima di procedere sentite comunque il veterinario, non fate di testa vostra. Magari il cane ha la dermatite allergica da pulci e voi acquistate il monoproteico che non solo non risolve un problema che non è alimentare, ma anzi lo aggrava perché fa entrare il cane in carenza di sostanze nutritive.
Queste regole sono molto importanti quando si inizia una terapia con il mangime monoproteico.
Solo se quindi, il veterinario ritiene che sia il caso di iniziare la terapia ed elenca una serie di monoproteici da evitare (ad esempio: non manzo, pollo e salmone), possiamo scegliere un mangime monoproteico per il nostro cane, e solo allora (ma per due mesi sarà quello) avremo una certa libertà nella scelta.
Tra i monoproteici che potete acquistare sul negozio di cani.it, tra l’altro con prezzo inferiore rispetto ai negozi, ci sono:
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