Archeologia, uomini e cani a caccia di mammut
Come ben sappiamo, il nostro amico cane vive affianco all’uomo da migliaia di anni, quindi potremmo dire che è un nostro “vecchio” e fedele compagno.
Le prime tracce di cani addomesticati sono di oltre 10000 anni fa, l’uomo addomesticò il lupo, che da allora divenne suo compagno di vita entrando a far parte del suo percorso evolutivo.
Lo ha accompagnato per secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove il cane e un elemento fondamentale di molte famiglie fortunate a poter condividere la loro vita, con questi straordinari esseri viventi.
Chiaramente, condividendo tutti gli aspetti della vita il cane ha fatto molti progressi insieme all’uomo ma probabilmente ha contribuito allo sviluppo anche di conseguenze negative frutto dell’evoluzione e della risalita verso la vetta della scala alimentare operata dall’uomo.
Pat Shipman della Penn State University, ha analizzato dei siti archeologici euroasiatici, dove sono stati ritrovati dei resti di ossa di mammut in grosse quantità. E ha ipotizzato che i primi cani che furono addomesticati, avrebbero potuto contribuire alla caccia dei mammut da parte nei nostri antenati, e automaticamente anche all’estinzione di questa razza.
Infatti nei siti dell’Europa centrale e dell’Eurasia orientale, conterrebbero i resti di centinaia di mammut. Le ossa di questi grossi proboscidati (che erano strettamente imparentati con gli elefanti che oggi popolano alcune zone del nostro pianeta), sarebbero infatti databili tra 15000 e 45000 anni fa. Inoltre in questi siti si troverebbero anche i resti di antiche capanne, costruite proprio con le ossa dei mammut.
Ed è stata proprio l’abbondante quantità di ossa di questi grossi animali, a spingere gli scienziati, a domandarsi come è stato possibile compiere una tale strage di mammut, con le armi che avevano allora gli uomini a disposizione, in quel determinato periodo storico.
Quindi, come si può leggere su “Quaternary International”, i ricercatori ipotizzano che gli uomini che hanno compiuto tali stragi di mammut, e che quindi vivevano in quei siti, addomesticarono molto probabilmente i cani e questi li aiutarono nella caccia di questi grossi animali estinti.
"I cani aiutano i cacciatori e trovano le prede più velocemente e più spesso, e i cani possono anche circondare un grande animale e tenerlo in posizione ringhiando, mentre i cacciatori si muovono intorno a lui. Così è possibile aumentare il successo della caccia", ha spiegato Shipman lo scienziato che con la sua equipe ha svolto queste ricerche.
Così il cane che è sempre stato fedele compagno nella caccia lo è stato anche in questo caso, per la caccia al mammut, che fu talmente eccessiva da contribuire all’estinzione di questa specie. Anche se ovviamente una spiegazione certa della loro estinzione, non è stata ancora data, perché ci sono anche altri fattori, come quello climatico che possono aver portato questi animali all’estinzione.
Del resto la proliferazione di una specie spesso contribuisce all’estinzione di un’altra. Forse è successo così anche per questi grossi pachidermi che hanno subito la ribalta dell’uomo ed del suo fedele amico a quattro zampe.
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